Mi fa male il collo. Ho la cervicale?

Prima di tutto va detto che avere la cervicale é cosa buona. Non il dolore, per carità, ma quella parte di colonna vertebrale che si trova subito sotto la testa e arriva fino alla base del collo é importante per la nostra sopravvivenza. Al suo interno infatti risiede il midollo spinale e molti nervi che arrivano alla testa e al resto del corpo. Secondo molte teorie questo sarebbe lo scopo piú nobile della cervicale, la protezione del nostro sistema nervoso. La cervicale peró serve anche al movimento, della testa principalmente ma poi anche per quello del resto del corpo. Serve infatti a dirigere lo sguardo e a far adattare il corpo verso la direzione dove vogliamo andare per esempio.

Detto questo la cervicale resta comunque una delle zone di maggior dolore/tensione del nostro corpo. Perché? La risposta non é semplice ma proveró a dare delle indicazioni di massima.

Avete presente un vaso già pieno di acqua? Una volta pieno basterà una goccia per far traboccare l’acqua.water

Per la cervicale é piú o meno lo stesso: tensioni muscolari da posture, stress al lavoro o in famiglia, problemi alla vista ecc. concorrono a riempire il vaso. Arriva poi la goccia, che puó essere anche un cambio di temperatura repentino o di umidità, ed il collo inizia a far male e/o a diminuire il suo movimento. La tensione che si genera può poi limitare il flusso linfatico e circolatorio verso e dalla testa causando mal di testa intermittenti e/o formicolii alle braccia e alle mani.

Cosa fare allora?

Attualmente non esiste una terapia universalmente riconosciuta efficace per questo tipo di dolore. Esistono vari approcci però. Io descriverò brevemente quello da me utilizzato.

Spesso le persone arrivano descrivendo dolori e fastidi che durano da anni. Spessissimo tali dolori ne limitano le normali attività quotidiane. Non è raro trovarle in uno stato di forte paura nel solo pensare di muovere il proprio collo. Hanno paura di soffrire naturalmente. Questa situazione genera ansia ed un ciclo vizioso però. Iniziare da una rieducazione del respiro lo trovo quindi un ottimo modo anche perchè mi permette di dialogare nel frattempo con il paziente e valutare delle risposte. Passo poi di solito a delle

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Esempio di lavoro sui muscoli sottoccipitali

manovre sui tessuti molli sottoccipitali (la zona posteriore appena sotto la testa) e a degli esercizi per i muscoli anteriori in modo da riequilibrare il controllo motorio di quella zona. Mostro al paziente che alcuni movimenti si possono fare e gli insegno delle piccole tecniche da fare così da lasciarlo con una maggiore consapevolezza del proprio corpo e magari un pochino di tranquillità in più.

In parole un po’ più tecniche lo educo all’importanza di abbassare il livello di guardia del proprio sistema nervoso per poter poi riprogrammare gli schemi motori che sono diventati patologici.

Cerco di non vedere il problema solo dal punto di vista biomeccanico o muscoloscheletrico ma da uno più olistico (termine spesso abusato) dove le gerarchie dei bisogni mettono al primo posto la sopravvivenza e la stabilità del sistema prima che la mobilità. Cercando di lavorare sul sistema nervoso la risposta è una maggiore capacità di rilassamento e respirazione dal diaframma che diminuisce l’ansia e l’iperattività del sistema nervoso stesso, permettendo poi un cambio muscoloscheletrico all’intero sistema.

Non tratto mai una cervicale ma una persona con un problema che si manifesta nella zona della colonna cervicale (e che a volte origina da zone lontane).

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